Si è tenuto ieri al Mapei Stadium il Convegno “Un anno di Generazione S – per diventare Grandi ci vuole passione”, per celebrare il primo anno di attività del progetto del Sassuolo Calcio, innovativo, gratuito e distintivo di responsabilità sociale, dedicato ai giovani, alle società dilettantistiche e alle scuole, con l’obiettivo di promuovere la crescita sportiva e personale, condividendo i valoro e le metodologie del Sassuolo Calcio.
Presenti alla serata, condotta dal giornalista di Sky Marco Nosotti, tra gli altri, i presidenti Carlo Rossi ed Elisabetta Vignotto che hanno fatto gli onori di casa e aperto i lavori del convegno che ha visto diversi interventi e contributi interessanti.
“Per diventare Grandi ci vuole passione” è un concetto che affonda le sue radici nella famiglia Squinzi e di Mapei, rappresentata durante la serata dalla vicepresidente Veronica Squinzi: “Io ho fatto subito associare la squadra di mio figlio proprio perché noi abbiamo creduto fin da subito in questo progetto, ne sono innamoratissima. Diventare un giocatore di Serie A, un professionista è il sogno di tutti, ma il calcio è in primis uno sport e in quanto tale deve sollecitare la passione, la fatica, il gioco di squadra. Questo è il modo di approcciarlo”.
“E’ un anno che è partito il progetto Generazione S – ha affermato l’A.D. Giovanni Carnevali– e questo progetto è lo specchio di questa società dove valori quali correttezza, imparzialità, responsabilità, trasparenza, impegno sociale e uguaglianza hanno un ruolo assolutamente rilevante”. “Stiamo avviando in collaborazione con le amministrazioni comunali – ha ribadito il direttore operativo Fabris – il progetto scuole in vista della prossima stagione sportiva. La scuola è la base per loro, abbiamo un bel po’ di idee e vogliamo portare la conoscenza del Sassuolo all’interno delle aule”.
“Questa è l’opportunità per realtà più piccole – ha sottolineato il mister Alessio Dionisi – di approcciarsi a una realtà come il Sassuolo. Io ho toccato con mani e piedi le realtà più piccole, sono partito dalla serie D e ora alleno in Serie A. Non le dimentico queste realtà dilettantistiche, sono la base. I più grandi devono dare l’esempio”.
Le parole degli Ambassador di Generazione S
Un progetto, quello di Generazione S, che ha scelto come ambassador calciatori di assoluto valore come Giacomo Raspadori e Benedetta Orsi, entrambi classe 2000, che hanno visto proprio nel Sassuolo realizzarsi il loro percorso calcistico, prima come passione e divertimento e poi come professione. “La cosa più importante – ha sottolineato Raspadori – è la costanza nell’impegno giorno dopo giorno, magari non sempre gira tutto come vorresti ma se hai quella passione e quel divertimento arrivi a sentirti pronto”.
“Sono nata qui e sono cresciuta qui – ha detto Orsi – ho iniziato che il settore era una piccola realtà e ora ho raggiunto tanti obiettivi. Generazione S compie un anno ora e noi ragazze da giugno saremo riconosciute come professioniste. Penso che questo sia un incentivo in più per le bambine che vogliono approcciarsi a questo sport”.
Sul calcio femminile e il passaggio al professionismo
E’ intervenuto anche il mister della prima squadra femminile Gianpiero Piovani: “Quando sono entrato cinque anni fa – ha continuato – c’era forse una bambina su cento che giocava a calcio, ora sono sette o otto. L’arrivo del professionismo porta tante di queste a sognare, noi ce la metteremo tutta per aiutare queste ragazze”. Sempre sul calcio femminile il Responsabile del Settore Femminile Alessandro Terzi: “Le ragazze di oggi sono le risorse delle società del domani, un mondo che per noi – ha sottolineato – è rimasto inesplorato per anni”.
La crescita dei giovani
Sul percorso dei giovani ha speso un pensiero anche il mister della Primavera, Emiliano Bigica: “Sono totalmente dedicato alla crescita dei ragazzi, la Primavera è un po’ come la punta dell’iceberg del settore giovanile. Molti di loro vedono chiudersi l’imbuto questo punto e devono quindi affacciarsi al mondo dei grandi. Noi cerchiamo di prepararli a quello che gli aspetta. La competenza è l’ingrediente migliore. “In Generazione S c’è un costante confronto tra i ragazzi e i nostri tecnici – ha continuato il responsabile del settore giovanile Francesco Palmieri – non è una questione di trovare campioni, il talento non va disperso ma prima dobbiamo seguire la passione dei più piccoli, senza lasciare nessuno indietro, e porre l’attenzione su di loro, quei giovani che diventano con il passare del tempo degli uomini”.
Il ruolo del centro Ricerche Mapei
“Non tutti i ragazzi hanno lo stesso percorso dal punto di vista evolutivo. Gli operatori che si prendono cura di questi adolescenti devono creare dei percorsi individualizzati – ha spiegato Ermanno Rampinini dello Human Performance Lab del Centro Ricerche Mapei Sport – per ciascuno di loro”. Anche il dott. Claudio Pecci del Centro Ricerche Mapei Sport ha ribadito l’importanza di un allenamento specifico e di tanta pratica. Sull’aspetto psicologico è intervenuto l’esperta Cecilia Glorioso, psicologa Sassuolo Calcio, che ha parlato dell’importanza di riconoscere l’altro partendo dal confronto in allenamento e da quei concetti di problem solving che nascono dalle questioni più piccole.
In chiusura di convegno è salito sul palco anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Il Sassuolo dà la possibilità a un ragazzo o una ragazza che si chiami in qualsiasi modo, che sia nato dove vuole e da chi vuole, che venga da qualsiasi condizione sociale, l’opportunità di provarci. Questo è un valore ancora più alto di altri meriti. L’ho sempre detto anche alla famiglia Squinzi, questa società è un esempio nazionale e non solo”.
Le testimonianze degli affiliati Agorà Academy e Progetto Intesa
Non è mancato il racconto di alcuni rappresentanti delle società affiliate che hanno potuto toccare con mano il progetto: “La passione è tangibile – Antonio Di Ronza, responsabile di Agorà Academy – io ho avuto l’opportunità di partecipare alla festa allo Stadium, sono stato ospite al Mapei Football Center con i nostri ragazzi per un amichevole. É una vera e propria partnership, Agorà si sente in famiglia con il Sassuolo per tutto quello che il Sassuolo ci dà. Spero che questo legame possa diventare sempre più forte”.
“Da anni ci chiedevamo – ha concluso Andrea Dallasta di Progetto Intesa – se fare o meno un’affiliazione ma nessuna società ci convinceva. In occasione dell’incontro con il Sassuolo sono rimasto stupito dall’attenzione che hanno dimostrato fin dal primo momento. Dalla trasparenza e dal rispetto per la nostra società: avevo davanti un dirigente che non era interessato solo all’oggetto calciatore ma alla relazione con noi. Oltre alla passione, alla semplicità e alla disponibilità abbiamo ricevuto tanti spunti, per noi è stata un’occasione di crescita culturale che abbiamo bisogno noi come ambiente per stimolare la curiosità dei nostri tecnici e dirigenti. Sono cose che, dette da un Club come questo, acquistano ancora più valore”.