Dalla sala operatoria ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. É la storia di Ottavia Cestonaro, azzurra del salto triplo, che verrà raccontata lunedì prossimo al convegno del Centro Ricerche Mapei Sport a Lomazzo (Como).

Oltre alla diretta interessata e al suo allenatore, il padre Sergio Cestonaro, ascolteremo il dottor Giacomo Zanon, specialista in ortopedia e traumatologia che l’ha operata dopo che i tendini degli ischiocrurali avevano ceduto, e Federico Donghi, responsabile del Training Department del centro varesino che l’ha seguita nel percorso di riatletizzazione, che spiegheranno come si può in tempo record passare dall’ospedale alla massima rassegna sportiva mondiale.

L’11a edizione del convegno del Centro Ricerche Mapei Sport è intitolata “Allenamento, recupero e performance: nuovi approcci metodologici” e questo particolare case study sarà un’occasione da non perdere per studenti, tecnici del settore e semplici appassionati che potranno vivere una mattinata ricca di interventi qualificati (l’iscrizione al convegno è gratuita ma obbligatoria: basta mandare un’email con il proprio nominativo all’indirizzo segreteria@mapeisport.it).

Per avere un’anteprima di quello che ci aspetta abbiamo rivolto qualche domanda a Federico Donghi, che ha seguito Ottavia tra aprile e maggio 2024, quando il centro di Olgiate Olona era praticamente diventato la sua seconda casa, l’ultima ma fondamentale tappa per inseguire e acciuffare il sogno che aveva fin da bambina.

In Mapei Sport offrite assistenza a parecchi atleti professionisti, ma una sfida di questo genere è stata una “prima volta” assoluta.

«Sì, in questo caso abbiamo avuto a che fare con una tipologia di infortunio abbastanza grave, l’avulsione del tendine comune dei flessori a livello dell’inserzione sull’ischio, che fino a qualche anno fa poteva segnare la fine della carriera agonistica di un atleta. Oggi invece grazie ad innovative modalità di intervento chirurgico e metodiche di allenamento all’avanguardia, è possibile recuperare e tornare performanti ai massimi livelli, come ha dimostrato Ottavia. La particolarità del suo recupero è che è stato più breve del solito, in quanto è stato necessario accelerare i tempi per permetterle di riuscire ad andare alle Olimpiadi».

Come è stato studiato questo percorso di riatletizzazione super compresso?

«Con la supervisione del dottor Franco Combi, specialista in medicina fisica e riabilitativa, abbiamo studiato esercizi ad hoc e svolto un minuzioso monitoraggio dei carichi di lavoro con l’obiettivo di fornire uno stimolo allenante efficace per la tipologia di sport praticato da Ottavia, il salto triplo, che richiede sia potenza che equilibrio, cercando il giusto bilanciamento tra i diversi salti (per step e jump, primo, secondo e terzo in buca), evitando sovraccarichi. Il rischio era, oltre che di rifarsi male, di provocare un qualunque fastidio anche in altre zone non legate all’infortunio che avrebbe potuto rallentare il lavoro».

Un tour de force possibile solo per un’olimpionica?

«Tendenzialmente sì. Solo un’atleta abituata a reggere certi sforzi e con un’altissima motivazione poteva allenarsi mattina e pomeriggio in palestra per più giorni consecutivi a settimana come ha fatto Ottavia. Va sottolineato anche come la sua specialità sia di per sé un’attività ad elevato stress. Un conto è recuperare in tempi rapidi per tornare a gareggiare, per esempio, in uno per sport a più basso impatto, in cui con qualche accortezza l’atleta esperto può gestirsi di più, rientrare in campo ma stare particolarmente accorto in una prima fase ad evitare certi movimenti, un altro è dover subito portare a casa una prestazione massimale con sprint e balzi stressanti per il distretto interessato dall’infortunio. Alla fine, possiamo dire che è stato un gran bel lavoro di squadra, in cui la volontà di Ottavia ovviamente ha fatto la differenza».

Chiudiamo con un consiglio per l’atleta amatore costretto ad uno stop forzato.

«Allo sportivo medio suggerirei di non provare a fare altrettanto, per la serie don’t try this at home. Ottavia ha sopportato stress fisici e mentali importanti per coronare il sogno della partecipazione olimpica. É stata seguita da medici e preparatori professionisti, ma se non si ha un obiettivo e un’urgenza altrettanto impellente, conviene prendersi tutto il tempo che serve per ritornare in forma con più calma. Sedute di allenamento di riatletizzazione individualizzate e personalizzate sotto la supervisione di un preparatore atletico professionista come quelle che offriamo in Mapei Sport sono indicate a utenti di ogni età e livello prestativo per colmare il gap tra la fase riabilitativa e il ritorno all’attività sportiva o alla piena funzionalità. Una fase delicata che non va trascurata, anche se non c’è una convocazione olimpica ad aspettarvi».

 

Nella foto da sinistra a destra il direttore di Mapei Sport Claudio Pecci, Vittoria Fontana (velocista anche lei nel giro della Nazionale di atletica leggera che ha svolto un percorso di riatletizzazione post infortunio nello stesso periodo di Ottavia al centro Mapei Sport), il dottor Franco Combi, Ottavia Cestonaro e Federico Donghi.